Comunicazione dei risultati di un lavoro

Più volte ho partecipato alla progettazione di una ricerca e ho notato che la fase di lavoro relativa alla comunicazione dei risultati di un lavoro talvolta viene trascurata. Come se l’importante fosse ciò che è realizzato nelle fasi precedenti. Certo, è così, senza qualità i risultati non arrivano, ma se non li sappiamo valorizzare visivamente, corriamo il rischio che i destinatari non attribuiscano la giusta importanza al nostro lavoro. Per prendere spunti su come produrre reportistica, tra i vari siti che utilizzo c’è quello di Stephen Few, Visual Business Intelligence for enlightening analysis and communication http://www.perceptualedge.com. Few è anche autore di alcuni libri molto interessanti, perché forniscono ottime idee su come comunicare numeri senza cadere in errori consueti. Uno di quelli sottolineati da Few riguarda l’uso dell’effetto 3-D applicato ai grafici… Qualcuno è convinto che aumenti la leggibilità di un grafico? O piuttosto non la diminuisca? Condivido con lui l’idea che alla fine è meglio evitare l’effetto 3-D. In fondo, come ha detto E.R. Tufte, tutto si riconduce all’idea di evitare il no-data pixeling: non rappresentare ciò che non ha a che fare con i dati. Quante volte nei grafici ci sono colori di sfondo, griglie, e altro che distraggono?

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